23 Ott “Michele Strogoff” di Jules Verne
Eccomi tornata con l’appuntamento che potrei ora dire mensile della rubrica dedicata ai classici che ho letto e che leggerò.
Michele Strogoff è un personaggio coraggioso di “quel coraggio senza collera degli eroi”
(pag. 32).
Oggi parlerò di un romanzo scritto nel 1876 e che quando l’ho letto mi ha subito conquistata nonostante avessi appena dodici anni e fossi sicuramente a digiuno di classici, sicuramente più di ora.
— Maestà, un nuovo dispaccio.
— Da dove viene?
— Da Tomsk.
— È tagliato il filo del telegrafo oltre quella città?
— È tagliato da ieri.
— Generale, spedisci ogni ora un telegramma a Tomsk; e mi si tenga informato.
— Sì, Maestà, — rispose il generale Kissoff.
Queste parole erano scambiate alle due del mattino, nel momento in cui la festa, data al Palazzo Nuovo, era al massimo del suo splendore.
incipit di Michele Strogoff
Se dall’incipit non è chiaro il romanzo di cui parlerò oggi è “Michele Strogoff” di Verne, sicuramente un romanzo d’avventura come pochi,un romanzo storico, di grandi ideali e di imprese memorabili. Sono stata innamorata per anni di Michele Strogoff, un uomo dai forti ideali e dalla tempra di ferro.
Autore: Jules Verne
Titolo: Michele Strofogg
Casa Editrice: Hachette
Traduzione: L. A. Cerani
Anno di pubblicazione: 1876
Pagine: 286
Genere: Romanzo
Collana: I viaggi Straordinari
Trama(SPOILER)
Il romanzo racconta il viaggio affrontato dal corriere dello zar di Russia, Michele Strogoff, inviato da Mosca a Irkutsk, capitale della Siberia orientale. La sua missione è di avvisare il governatore, fratello dello zar, dell’imminente arrivo dell’orda dei Tartari guidata dal traditore Ivan Ogareff, un ex soldato russo che mira a vendicarsi per essere stato mandato in esilio in Siberia, e dal feroce Feofar Khan.
Il messaggio che deve consegnare dovrà avvertire il Granduca dei pericoli che corre ed è di massima importanza. Durante il viaggio Mosca-Irkutsk egli incontra i giornalisti Harry Blount e Alcide Jolivet e, in particolare, Nadia Fedor, una ragazza lettone che deve percorrere la sua stessa strada per andare ad abitare con il padre, un esiliato politico; continuano insieme ed inoltre fanno finta di essere fratelli. Però durante il viaggio incontrano i tartari, che li imprigionano. Ad un certo punto Michele Strogoff è riconosciuto da Ivan Ogareff nell’accampamento tartaro ed egli gli sottrae la lettera dello zar. I tartari poi tentano di accecarlo; in realtà egli non ha subito alcun danno, ma si finge cieco.
Michele continua la sua missione e riesce ad arrivare ad Irkutsk, ma la città è assediata dai tartari ed inoltre Ogareff è riuscito ad infiltrarsi fingendosi il corriere dello zar e vuole uccidere il Granduca. I tartari stanno per prendere la città dandole fuoco, quando Michele Strogoff uccide Ogareff e rivela la sua identità. Alla fine i tartari si ritirano, il padre di Nadia e gli altri esiliati politici vengono liberati e Michele Strogoff si sposa con Nadia e torna a vivere a Mosca anche con il padre della ragazza. Egli inoltre arriva ad una carica molto importante, Consigliere militare dello zar.
Recensione
Commentare un classico del genere avventuroso come è Michele Strogoff di Jules Verne è difficile o comunque “pericoloso”. Infatti non si tratta di esprimere un parere su un romanzo scritto di recente, che forse significherà qualcosa oppure no,ma si commenta un libro che ha segnato in qualche modo un genere letterario.
I viaggi d’avventura erano all’ordine del giorno alla fine dell’ottocento quando il mondo era ancora da scoprire e i luoghi da visitare erano molti.
Tutti i personaggi sono importanti ai fini della storia, non ci sono figure che siano superflue, almeno tra quelle principali e più particolareggiate (anche i personaggi di contorno sono però necessari e fondamentali), tutti sono caratterizzati a sufficienza anche se in maniera molto veloce, come richiede lo stile avventuroso di questo romanzo, dove ricordiamoci era anche in corso una guerra. I personaggi non vengono descritti più di tanto perchè sono sempre i fatti a parlare per loro. Il carattere e il fisico sono delineati brevemente, il resto si deduce dallo svolgimento dell’azione. Anche i dialoghi non sono particolarmente articolati, perché ancora una volta sono gli avvenimenti ad essere particolarmente esaustivi. Tra i personaggi che ho personalmente adorato ci sono sicuramente i due giornalisti, Alcide Jolivet e Harry Blunt, che con i loro continui battibecchi e le loro particolari inclinazioni conferiscono una nota comica, ma oltre ciò sono particolarmente utili a delineare la situazione storica di contorno. Il background è descritto minuziosamente, Jules Verne ci da moltissime informazioni sulla situazione della Russia a riguardo della invasione che si trova ad affrotnare. Qua e là per rendere l’atmosfera ancora più “russa” l’autore fa uso di termini e allocuzioni tipiche dell’epoca in cui è ambientato il libro (come ad esempio “piccolo padre” oppure le “verste”, l’unità di misura corrispondente ai nostri chilometri, o ancora il “tarentass”, una specie di carro coperto.) Oltre a ciò ogni capitolo ha una piccola parte descrittiva dedicata alla cultura e alle tradizioni della zona in cui si trova il protagonista. Questi piccoli intermezzi non sono affatto distraenti e aiutano ad immergersi nella Russia del tempo, sono distribuiti a pillole, a piccole dosi per rendere il racconto non solo avvincente ma anche culturalmente interessante.
E nonostante tutte le divagazioni è la storia di Michele ad essere il perno, il punto focale del racconto. Michele è un uomo che non si ferma davanti a nulla per perseguire il proprio obiettivo, ciò che lo caratterizza è la sua totale “abnegazione” nei confronti della sua missione, arriva anche a calpestare i suoi sentimenti per la madre, per Nadia e soprattutto per se stesso, visto che sopporta con sangue freddo una gravissima umiliazione.
Un personaggio che merita una particolare menzione è la madre di Michele, Marta, che si dimostra sicuramente una donna incredibile e straordinaria, caratterizzata da una grande forza d’animo, una dote, che però va detto non è solo sua, ma anche della mirabile compagna d’avventure di Michele: Nadia. Sono donne di salde principi, colonne portanti di una nazione, ma anche chiave di volta e pietra miliare che sostengono il loro amato Michele.
Jules Verne scrive in maniera asciuta senza lasciarsi andare a voli surreali e pindarici, ma non è mai scialbo e banale. Il ritmo è serrato dalla prima all’ultima pagina, spezzato solo dalle “pillole geografiche e culturali”.
E’ in definitiva un libro particolarmente bello, decisamente da leggere e da assaporare, un classico d’avventura come molti altri libri di Jules Verne che ci ha donato moltissimi romanzi di questo tipo, e andrebbero letti tutti.
Cinque stelle senza niente d’aggiungere, anche se ad un classico darei molto di più.
baci a presto
Matteo
Posted at 18:06h, 18 GennaioBella recensione, lo recupererò assolutamente!!
Janeisa
Posted at 21:15h, 18 GennaioGrazie mille!! E si leggilo è un bel libro, con personaggi dai saldi valori, mentre altri sono più sciocchi ma ugualmente piacevoli! Come i due giornalisti che mi fanno morire dal ridere al solo pensiero XD