23 Ott “Across the Universe” di Beth Revis
“Across the Universe”è il primo romanzo della trilogia distopica a tratti romance e di ambientazione fantascientifica. Primo volume di una trilogia, che ha conquistato per le sue copertine spaziali, e per spaziale non intendo solo la bellezza dei colori e delle immagini ma anche la profondita del cosmoin cui sembra trascinarti, è un libro che si legge velocemente, appena due giorni e la Godspeed è già volata via.
Autore Beth Revis
Titolo: Across the Universe
Casa Editrice: Piemme
Collana: Freeway
Genere: Fantascientifico – Distopico – Romance
Pagine: 414
Prezzo: 17,00
Trama
Amy è una passeggera ibernata sulla navicella spaziale Godspeed. Ha lasciato il suo ragazzo e gli amici sulla Terra ed è partita con i genitori come membro del Progetto Arca Spaziale: si risveglieranno dopo trecento anni su un nuovo pianeta da colonizzare, Centauri. Ma qualcosa è andato storto: qualcuno ha cercato di ucciderla, risvegliandola senza cautele dal suo sonno protetto. E così Amy si ritrova a dover passare senza la sua famiglia ancora cinquant’anni sull’enorme navicella spaziale che sta perdendo velocità, in balia di sconosciuti tra cui si nasconde un assassino che vuole scongelare tutti gli scienziati a bordo, compresi i suoi genitori. L’unico che sembra dalla sua parte è Elder, un ragazzo che presto diventerà il capo della navicella spaziale, e che per quanto sia potentemente attratto dalla sua singolare bellezza, cerca di proteggerla dal resto della comunità e dallo strapotere di Eldest, il capo. Ma Amy può davvero fidarsi di Elder? E quello che prova per lui la aiuterà, o sarà solo un ostacolo alla sua sopravvivenza sulla Godspeed?
Recensione
Ho aperto questo libro incrociando le dita, sperando che non mi deludesse, che mi incantasse come la copertina del libro stesso. E’ nella profondità dello spazio raffigurato, nei colori accesi e in quel bacio appena accennato, dove i due volti si sfiorano quasi come se l’uno volesse soffiare la vita nell’altro, che c’è l’incanto di questo libro. E’ ipnotica la copertina, come è stata ipnotica la lettura anche se non al livello della copertina, ma devo ammettere che mi ha coinvolto: è cominciata solo ieri sera e si conclusa questa mattina.
Non è il romanzo che mi aspettavo lo ammetto. Non c’è quella storia d’amore travolgente e appassionante che troviamo in alcuni romance di questa generazione o del passato.
Across the Universe è prima di tutto la storia della gente che cerca la salvezza, una nuova casa, un nuovo mondo, la possibilità di rifarsi una vita. E’ la storia di una navicella governata da un distopico e totalitario sistema governativo che vede a capo di tutto un Eldest, il più grande di tutti, la guida e il padre amorevole della gente semplice della nave spaziale Godspeed, immediatamente dopo, il primo “in linea di successione”, è l’Elder, un giovane che dovrà prendere il posto dell’Eldest alla guida della nave.
E’ l’intera atmosfera della nave a riempire le pagine del libro, quel senso di occlusione, di claustofobia, di mancanza di spazi aperti si rivive nelle parole di Amy, diciasettenne originaria di Terra-Sol, abituata alla vastità degli spazi, all’immensità del cielo. E’ nel suo POV che trovo le maggiori emozioni, anzicchè in quello di Elder, sono le parole di Amy che ho apprezzato di più, perchè le sue reazioni erano le più vere e le più semplici. Amy si rifiuta di vivere secondo i detami dell’Eldest, si rifiuta di essere trattata come un mostro solo perchè in quel mondo “anormale” sono tutti uguali e lei è un po’ come un pesce fuor d’acqua. Sono sue le parole più belle quelle dedicate ai suoi genitori, negli altri capitoli non ho trovato la stessa intensità e complessità, perchè alla fine Elder per quanto speciale e diverso fosse, era comunque un ragazzo che era “nato” e cresciuto sulla nave spaziale e non poteva comprendere nulla di quello che Amy stava provando.
Tra i tanti personaggi del libro è Harley ad aver conquistato il mio cuore, con la sua aria da matto che matto non era, da pittore e artista “schizzato”. E’ Harley con la sua calma apparente che nasconde un animo che giorno dopo giorno è stato divorato dalla perdita della persona che ha amato. E’ per questo che mi è piaciuto, Harley è diverso ancor prima dell’arriva di Amy, che invece sembra essere il catalizzatore per la reazione che porterà Elder al cambiamento, Harley si rifiuta di seguire le leggi sull’amore che vigono sulla Godspeed chiedendosi “perchè dovrei voler andare con un’altra donna?”. E’ impulsivo, molto emotivo e totalmente innamorato di ciò che gli è stato portato via.
Elder è invece un personaggio che ho apprezzato a capitolo alterni, l’ho odiato per essere così debole, così sottomesso al leader, l’ho odiato per la sua ingenuità, per il suo credere incondizionatamente in quello che l’Eldest gli aveva detto, ma l’ho apprezzato per la sua dolcezza, per quella improvvisa tenerezza che lo ha colto quando ha incontrato Amy, per il semplice desiderio di fare qualcosa che non sia per lui, per la necessità che sente nel cercare e nel dire la verità, tutte cose che lo hanno reso diverso come Elder e lo renderanno diverso come Eldest.
Posso dire che in definitiva è un young adult in tutta la sua forma, non ha una complessità di emozioni tali da richiedere un’età maggiore di quella per cui è stato scritto. Non ha (ancora)
una storia d’amore travolgente alle sue spalle, ma ha le basi per poterla scrivere. Amy e Elder sono gli unici che hanno sviluppato un legame e un sentimento al di fuori dei rigidi schemi della navicella spaziale, e forse la loro diversità sarà la chiave per riuscire a gestire la popolazione monoetnica della Godspeed.
Conto sul romanzo successivo “A Million Suns” per riuscire a strapparmi un sospiro di più, c’è da dire che il grafico che si occupa delle copertine di questi libri è veramente fenomenale, perchè se la copertina del primo riesce a conquistare l’autore ancor prima di aprire il libro, la seconda da sicuramente una marcia in più.
“Godspeed was once fueled by lies. Now it is ruled by chaos.”
La Godspeed era alimentata dalle bugie. Ora è governata dal chaos.
Per quanto riguarda il terzo volume della serie”Shades of Earth” ritroviamo ancora una volta l’immensità dello spazio ma questa volta invece di esservi immersi, si ha la sensazione di guardare un enorme cielo stellato. Delle nuove copertine quella di Shades of Earth è la più indicata, sicuramente non ha la stessa intensità della prima copertina, ma mi da come la sensazione che il mondo su cui siano arrivati,Terra-Centauri, non si altro che un “Mondo Perduto” alla “Il mondo Sommerso” di Ballard.
In realtà il libro per me ne vale 3 , ne do 3 e mezzo perchè la copertina è qualcosa da cui non posso desistere di premiarla. E’ stata una lettura piacevole sicuramente.
Poichè partecipo alla “Hogwarts Reading Challenge” indetta dal blog Reading is believe,inserisco la casata a cui appartiene il libro, poichè prevalgono all’interno del romanzo le ambientazioni fantascientifiche e distopiche la casata di Serpeverde è sicuramente quella giusta.
A questa Casa sono stati assegnati due generi, ovvero DISTOPIA e SCIENCE FICTION!
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