Recensione: “Hybrid” di Kat Zhang

Recensione: “Hybrid” di Kat Zhang

Ciao a tutti, ragazzi e ragazze
Come state? La settimana come è iniziata? Spero bene ;). Qui c’è stato brutto tempo, Scirocco e Ponente hanno isolato la mia isoletta ç_ç, ma fortunatamente sono riuscita ad andare a Napoli, comunque. 
Oggi sono qui a scrivere la recensione di questo romanzo distopico che è anche oggetto dell’ultimo concorso Giunti Y per diventare Ambassador
Un romanzo veramente bello, introspettivo e che affronta temi etici e morali che oggi si presentano a noi in altre forme ma che sono ben incarnati dagli Ibridi creati da Kat Zhang, ma bando alle ciance che vi lascio alla recensione.

Titolo: Hybrid
Autrice: Kat Zhang
Casa Editrice: Giunti (Y)
Pubblicato: 6 Marzo 2013
Prezzo: 14,50 euro

TRAMA

NON DOVREI PIU’ ESISTERE MA SONO ANCORA QUI.
In un mondo alternativo, ogni persona nasce con due diverse personalità, due anime. Con il passare del tempo, in modo naturale, l’anima dominante prende il sopravvento e quella recessiva viene dimenticata, scompare come un amico immaginario che ci ha tenuto compagnia solo nell’infanzia Il sopravvivere delle due anime dopo la pubertà è illegale e visto dalla società come un’aberrazione da correggere.
Ma in Addie, nonostante i suoi sedici anni, è ancora presente Eva, la sua se­conda anima. Rannicchiata nella mente di Addie, Eva interagisce con l’altra parte di sé: come due vere sorelle si amano, si proteggono, ma possono diventare anche gelose l’una dell’altra.
Nonostante tutti i tentativi per difendere e nascondere l’esistenza della debole Eva, il segreto di Addie viene scoperto.

RECENSIONE

Quando inizi a leggere un libro, spesso sai già se ti piacerà o meno. Se ti conquisterà. Se le pagine correranno veloci sotto i tuoi occhi divorate senza avere la forza e lo stimolo a fermarsi, perché, mai fermarsi? Smettere di leggere? Perchè mai? 
“Hybrid” di Kat Zhang è uno di questi romanzi. Con una trama accattivante, contornata dal genere che sta spopolando sul web, la Distopia, e personaggi ben descritti, “Hybrid” è il nuovo romanzo che potrebbe rubare la scena a molti altri libri. Kat Zhang ha saputo creare con grande bravura una storia a tratti originale, con spunti classici della letteratura distopica e per giovani adulti, aggiungendo una forte impronta psicologica a tutto il romanzo. 

Le protagoniste di questo romanzo sono Addie e Eva…o dovrei dire Eva ed Addie? Sono due anime, chiuse nello stesso corpo, un po’ come quando si dice due persone in un solo corpo ma qui è reale ed è la situazione più comune…fino ai quattro anni, ma Addie e Eva non si stabilizzano in tempo e non lo faranno mai del tutto, l’anima dominante Addie prevarrà su quella recessiva Eva, ma questa non scomparirà mai del tutto, aggrappandosi febbrilmente a tutto pur di restare cosciente.  

Jacob Artist as Devon (per me)

Dopo la finta stabilizzazione la vita di Addie e Eva sembra essersi stabilizzata, nuova scuola, nuovi amici, nuove esperienze. Tutto sembra normale fino a quando Addie non incontra Hally, una giovane della sua età, straniera  e per questo evitata. Hally sembra voler far amicizia con Addie e Eva, l’invita a casa sua, per stare insieme, far i compiti, giocare, le fa conoscere suo fratello Devon….ma la verità è diversa. (C’) E’ un’altra…

Amber Stevens as Hally

Con la trama mi fermo qui, perché la storia da qui in po’ assume un volt nuovo, diverso, è il punto di rottura di tutto il romanzo, è la miccia che porterà ad una svolta epoca, da qui in poi in un crescendo di emozioni si raggiungere il climax, l’apice di tutto il primo libro.
Un primo libro decisamente buono, tenendo anche conto che l’autrice è al suo esordio letterario. Kat Zhang scrive con uno stile piacevole, non ricercato ed affronta temi difficili, etici e morali. La doppia personalità di Addie e Eva, Eva e Addie rappresenta una sfida ma anche un’espediente letterario molto utile. Il romanzo è narrato in prima persona, dagli occhi di Eva, ma essendo Eva parte integrante di Addie, possiamo conoscere spesso cosa passa nella testa dell’altra faccia della stessa medaglia. La storia è scritta in modo scorrevole, veloce alla lettura, senza necessità di rileggere o soffermarsi troppo a lungo su un passaggio, le domande vengono chiarite un po’ alla volta, i quesiti irrisolti sono le basi che Kat Zhang ha gettato per continuare la serie, una trilogia distopica dal carattere psicologico, come poche ne ho viste. La caratterizzazione dei personaggi è ovviamente complicata, occorre descrivere due anime, due personalità, pregi, difetti, paure diverse per ognuno di loro, ma la Zhang riesce in modo soddisfacente e farci conoscere almeno i personaggi principali che sono anche i più interessanti, perché  ovviamente caratterizzati da quella unicità tipica dei protagonisti dei romanzi distopici, mentre gli altri personaggi vengono presentati con pochi tratti come abitanti modello della realtà in cui vivono. 

Personalmente tra tutti i personaggi forse mi sono affezionata ai più scontati, ma a volte la semplicità delle scelte è molto meglio. Eva è il personaggio che conosciamo meglio data la prima persona, ed è il personaggio che ho amato di più. Provare quello che prova lei non deve essere piacevole, accettare tutto passivamente, non poter scegliere nulla, vivere paralizzata, costretta ad accettare tutto ciò che Addie fa, tutto ciò che Addie decide, forse per Addie non è semplice, ma credo che per Eva sia molto peggio. Addie soffre di claustrofobia, odia i luoghi chiusi, Eva è costretta a vivere rannicchiata nella mente della “sorella” senza poter scegliere nulla, costretta a vivere la vita di un’altra persona. Ecco perchè è facile amarla, perchè l’idea di non poter scegliere niente, di privarci del nostro libero arbitrio è qualcosa che possiamo comprendere.

E’ una mia opinione personale, ma in una recensione credo sia positivo dire cosa non mi è piaciuto, non perché il libro sia brutto, anzi l’autrice ha saputo creare due personaggi nello stesso corpo che mi causano emozioni contrastanti…è come odiare amare la stessa persona. MA io adoro Eva e odio/adoro Addie, ho capito le sue paure, i suoi dubbi, è comprensibile…e vera, Kat Zhang ha saputo andare nel profondo, tirando fuori le più normali reazioni umane. Addie è umana, è giovane, ha paura, non vuole perdere ciò che ha…l’egoismo è la chiave migliore. Il senso di colpa è il passo successivo. Ma a pelle non la sopporto.

I personaggi sono la parte migliore del romanzo, hanno reazioni molto reali, soprattutto Addie. Ha paura. Vuole la normalità. Vuole essere normale, finge di essere l’anima dominante, che non ci sia più nessuno dentro di lei…che non sia un’Ibrida e come umana sbaglia, pensa a sé stessa adombrando questa scelta con la scuola “Se siamo normali ci lasceranno stare”. Eva è incredibile. Soffre per la sua immobilità, come soffrirebbe una persona che non può muoversi, ma allo stesso tempo non può che amare Addie, è la sua metà, è sua sorella, è la sua gemella, è lei stessa, nonostante sia comunque colei che le impedisce di vivere in parte una vita normale non può non amarla.

Per essere totalmente sincera devo dire che però in due scene, veramente due, contate, ho avuto una sensazione di deja vù con “L’ospite” della Meyer, ma nonostante la base sia la stessa, due anime in uno stesso corpo, la storia raccontata da Kat Zhang è molto più complessa e con una risoluzione più difficile, mentre nel romanzo di Stehanie Meyer la risoluzione era ovvia ed era unica, qui non c’è una soluzione ovvia, anche davanti a particolari situazioni. Ho fatto questo brevissimo appunto solo per essere del tutto sincera, il deja vù per me c’è stato, io l’ho sentito a pelle ma è finito lì perché la storia prendere vie e strade completamente diverse e ben più articolate.

Quando ho finito di leggere questo libro, avevo pensato: ora torno a casa e scrivo la recensione. Certooooooooo come no. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per calibrare l’intera saga ed evitare di far fare testa e libro ad Addie, perché Addie serve per il seguito assolutamente XD. Forse avrei dovuto parlare anche di Ryan…ehm volevo dire Devon, ma avrei dovuto tradirmi troppo sulla trama, sulle varie situazioni e i vari legami, e non amo fare spoiler, ma chi ha letto sulla pagina facebook saprà che al personaggio di Ryan..ehm volevo dire Devon ho associato l’aggettivo dolcissimo…no aspetta Devon non è dolce. Ecco ora dovrei rivelarvi il particolare più succoso di tutti, e voi direte lo riveli alla fine? Bhè almeno vorrà dire che avete letto tutta la recensione. Non posso associare la parola dolce a Devon va contro ogni logica e verità e una recensione deve essere sincera, ma non posso rivelarvi questo particolare altrimenti vi dovrei raccontare tutta la trama e non avrebbe senso, quindi fidatemi di me e leggete Hybrid ;).

Location consigliata: Ovunque vogliate 🙂
Tè consigliato: Thè nero alla vaniglia…un po’ dolce amaro
Questa recensione partecipa alla Challenge ispirata ad Hunger Games di On the Read.

DISTRETTO 12 – A questo distretto appartengono i romanzi 
Questa recensione partecipa alla Refresh your Review ed è stata arricchita da un canzone.

Giovanna Lubrano Lavadera
giovanna.lubranolavadera@gmail.com
2 Comments
  • Giovanna
    ..Mary..
    Posted at 16:45h, 21 Marzo

    Allora, all'uscita ero molto scettica, avevo paura che fosse qualche copia di altri libri!! però sto cambiando opinione, da leggere sicuramente!!
    Complimenti per la recensione!!!

  • Giovanna
    Clary
    Posted at 20:12h, 27 Marzo

    Hai scritto una recensione molto bella, trasmette il tuo entusiasmo! 😀 Questo libro sembra promettere davvero bene, spero di poterlo leggere presto.

    Volevo avvisarti che ho premiato il tuo blog, se ti va passa da me: http://clary-booktime.blogspot.it/2013/03/liebster-blog-award.html