
13 Mar Come diventare vivi

Non si tratta di uno “zibaldone” di nozioni ma di un pamphlet lineare il cui messaggio risuona nitido ed allarmante: leggere è oggi, più di ieri, necessario, non per darsi un tono ed ampliare uno sterile nozionismo, ma per vivere e non sopravvivere, per risvegliare noi stessi, la nostra consapevolezza ed il nostro senso critico.
Un elogio alla lettura come mezzo per acuire i sensi, spesso intorpiditi ed assuefatti dai tanti stimoli che la società ci offre e che, paradossalmente, hanno smesso di incitare la nostra sfera creativa.
Leggere per imparare a pensare, nuovamente, liberamente, individualmente.
Leggere per difendersi e discernere cosa è bene e cosa è male per l’essere umano, leggere per dare nuova linfa vitale alle emozioni, affinché possiamo chiederci “ma noi, oggi e qui, a che punto siamo nei confronti di quella sensazione disarmata, appassionata, bruciante e vivente dell’amore […] sensazione che era già in Saffo e Dante?”. (uno dei miei passi preferiti del volume.)
Un inno alla bellezza delle cose, della musica, della natura e dell’arte della poesia.
Giunge forte e chiara l’esortazione dell’autore, quella di sostituire la passiva lettura surfista con una lettura profonda e consapevole, il Fate Presto dei nostri giorni, aggiungerei.
Un invito a scalare la marcia, a rallentare, ad osservare, a sentire, a conoscere noi stessi e ciò che ci circonda usando un prezioso alleato, il libro, per ritornare a vivere.
In alcuni punti l’autore è riuscito ad emozionarmi tanto da voler tornare e ritornare su quella stessa pagina e provare a trattenere quel sentire un attimo in più.
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