La città dei vivi di Nicola Lagioia-Premio Napoli: 67 edizione

La città dei vivi di Nicola Lagioia-Premio Napoli: 67 edizione

La città dei vivi di Nicola Lagioia

Il lettore spererà – mentre legge tutto d’un fiato “La città dei vivi” di Nicola Lagioia (Einaudi; €22,00) – di avere tra le mani un romanzo frutto della macabra e perversa fantasia dell’autore.
Proverà poi l’amaro sconforto nell’apprendere o, peggio, nel ricordare che il delitto descritto dallo scrittore barese è realmente accaduto.

Nella notte tra il 4 e 5 marzo 2016, due giovani romani- Manuel Foffo e Marco Prato – seviziano per ore Luca Varani.
Un omicidio sfrontato e senza movente raccontato sul campo da Lagioia, inviato per ricostruire la feroce vicenda e darne un resoconto da cronaca nera.

Sarà Manuel a confessare per primo alla sua famiglia, di ritorno da un funerale, di aver partecipato, con foga ed impeto, all’uccisione un ragazzo, ignorandone il nome.
Confessione lapidaria, senza remore, liberatoria.
Ore più tardi, dopo aver tentato il suicidio, toccherà a Marco.

Opposti e complementari, Manuel e Marco si ritrovano per caso, la sera di Capodanno, ad eccedere con alcool e droga e a finire con il frequentarsi nei giorni seguenti dandosi appuntamento per serate tutte uguali, all’insegna di stupefacenti.

Uno schivo l’altro eclettico si ritrovano accumunati dalla medesima perversione: il puro gusto di uccidere. Questo darà il via ad una macabra roulette russa che li spingerà a telefonare casualmente amici e conoscenti e trovare il candidato perfetto.

Si susseguono, in scene narrative riportate con rigore giornalistico, voci di familiari, amici, conoscenti, delle loro dichiarazioni fatte dinanzi ad un pubblico sempre più incuriosito quanto sconvolto, incapace di staccare gli occhi da web, giornali e televisione.

Un omicidio che si presta allo spettacolo mediatico e si consuma sui social, dove insorge l’aggressività degli utenti, pronti ad additare come mostri i protagonisti di questa agghiacciante vicenda. Una vicenda che scava nelle oscure personalità e nelle coscienze dei soggetti coinvolti.

A fare da sfondo, una Roma degradata e malinconica. La città eterna – con due papi e nessun sindaco – in cui tutto, vita e morte, si intreccia continuamente. Dove il mondo dei vivi e quello dei morti si intersecano.
Una città che però, nonostante il degrado, trova il coraggio di ricostruirsi come nei secoli ha imparato a fare.

Un romanzo, finalista al Premio Napoli, che non esprime giudizi, non rimprovera ma illumina le zone d’ombra di tutti i coinvolti: vittima, carnefici e di una città che, silenziosa, osserva.

Martina Amalfitano
martyamalf@gmail.com
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.