Premio Letterario “Procida, isola di Arturo Elsa Morante” XXIX edizione

Premio Letterario “Procida, isola di Arturo Elsa Morante” XXIX edizione

Ventinovesimo premio “Procida, Isola di Arturo – Elsa Morante”

 

Questo premio ha più o meno la mia età, è praticamente nato alla fine degli anni ottanta per poter celebrare una delle figure artistiche e letterarie più importanti della letteratura italiana. Elsa Morante, scrittrice e traduttrice, considerata dai critici come una delle voci più autorevoli del 1900, è autrice di quel libro che ha segnato inevitabilmente la storia della mia isola.

L’Isola di Arturo, vincitore del Premio Strega nel ’57, vive e rappresenta la Procida selvaggia e incontaminata pochi anni prima della II Guerra Mondiale. Quell’isola che non ho mai visto o vissuto, la cui semplicità e piccolezza rappresentano un pregio ma anche un grosso ostacolo. L’isola racchiude e chiude tutto il mondo di Arturo e di ogni isolano, può apparire come un rifugio sicuro o una gabbia da cui voler fuggire.

Elsa Morante e Arturo sono quei capisaldi da cui a Procida è impossibile fuggire, e con questo premio si è sempre voluto rinsaldare questa amicizia speciale, un legame artistico di grande valore.

 

Quest’anno sono entrata a far parte della giuria popolare formata da circa 50 lettori forti che avranno l’onere e l’onore di leggere e poi scegliere tra i tre romanzi che sono arrivati in finale.

E quali sono questi romanzi? Continuate a leggere questo post così da conoscerli.

 

 

Neve, cane, piede Il grande animale Il cinghiale che uccise Liberty Valance

 

 

Neve, cane, piede di Claudio Morandini

Il romanzo è ambientato in un vallone isolato delle Alpi. Vi si aggira un vecchio scontroso e smemorato, Adelmo Farandola, che la solitudine ha reso allucinato: accanto a lui, un cane petulante e chiacchierone che gli fa da spalla comica, qualche altro animale, un giovane guardiacaccia che si preoccupa per lui, poco altro.

 

Il grande animale di Gabriele Di Fronzo

Finalista al Premio Opera Prima 2016

 

Francesco Colloneve, imbalsamatore per mestiere, ha imparato che non c’è modo di scampare alla perdita e dunque tanto vale esercitarsi in tutti quei gesti che aiutano a sopravvivere agli abbandoni. Quando il padre si ammala, la sua memoria tarlata è l’occasione per ricordare insieme mancanze e colpe di cui Francesco porta ancora i segni. Ma è alla morte del genitore, da cui si è dovuto trasferire, che Colloneve – esperto di abbandoni per indole nonché per professione – dovrà usare tutte le sue strategie per trasformare il dolore del lutto in un incantesimo di eternità. Perché se, come ha scritto Elizabeth Bishop, “l’arte di perdere non è difficile da imparare”, più complicata è l’arte di sopravvivere alle cose perse. In questo suo romanzo di esordio, con una lingua esatta e tagliente – che evoca gli strumenti del suo protagonista Di Fronzo ci racconta come far si che ciò che altrimenti subito scomparirebbe, rimanga nostro per sempre.

 

Il cinghiale che uccise Liberty Valance di Giordano Meacci

Finalista al LXX Premio Strega.

Nell’immaginario paesino di Corsignano -tra Toscana e Umbria – la vita procede come sempre. C’è gente che lavora, donne che tradiscono i propri uomini e uomini che perdono una fortuna a carte. C’è una vecchia che ricorda il giorno in cui fu abbandonata sull’altare, un avvocato canaglia, due bellissime sorelle che eccellono nell’arte della prostituzione e una bambina che rischia la morte. E c’è una piccola comunità di cinghiali che scorrazza nei boschi circostanti. Se non fosse che uno di questi cinghiali acquista misteriosamente facoltà che trascendono la sua natura. Non solo diventa capace di elaborare pensieri degni di un essere umano, ma, esattamente come noi, diventa consapevole anche della morte. Troppo umano per essere del tutto compreso dai suoi simili e troppo bestia per non essere temuto dagli umani: “il Cinghiale che uccise Liberty Valance” si ritrova all’improvviso in una terra di nessuno che da una parte lo getta nella solitudine ma dall’altra gli dà la capacità di accedere ai segreti di Corsignano, leggendo nel cuore dei suoi abitanti.

 

Bhè vi farò sapere cosa ne penso…

 

 

 

 

Giovanna Lubrano Lavadera
giovanna.lubranolavadera@gmail.com
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